CATTEDRALE DI SAN PROCOLO MARTIRE – TEMPIO DI AUGUSTO
Un incendio nel maggio del 1964 rivelò che il colonnato da sempre parte integrante della chiesa barocca non era di riutilizzo ma la Cattedrale di San Procolo Martire, patrono della città di Pozzuoli, inglobava il tempio del I secolo d.C. dedicato ad Ottaviano Augusto, costruito sul precedente tempio poliadico in tufo, dedicato alla Triade Capitolina. Si tratta di un unicum. È in perfetto stato di conservazione ed è stato costruito tutto in marmo. Mentre gli altri templi augustei, compresi quelli dell’Urbe, hanno muri in opera cementizia rivestiti in marmo, quello al Rione Terra è stato realizzato tutto in blocchi di marmo sovrapposti l’uno sull’altro su cui è stata disegnata l’opera isodoma della cella, scandita da paraste all’interno e semicolonne all’esterno.
A progettare l’edificio fu l’architetto Lucio Cocceio Aucto, su commissione dei fratelli Lucio e Caio Carpurnio, ricchi mercanti dell’epoca. Era utilizzato come chiesa cristiana già intorno al IV-V secolo d.C. senza straordinari stravolgimenti. Sarà Monsignor Martin de León y Càrdenas, diventato vescovo di Pozzuoli intorno al 1630, a decidere di costruire una grande cattedrale barocca, demolendo gran parte del tempio, adornandola con splendide opere di artisti dell’epoca, tra cui Artemisia Gentileschi autrice di tre tele: San Gennaro nell’anfiteatro di Pozzuoli; Santi Procolo e Nicea; Adorazione dei Magi. Ha riaperto i battenti l’11 maggio 2014, dopo un restauro durato circa 10 anni e dopo 50 anni di chiusura al pubblico. I lavori erano iniziati già 4 anni dopo l’incendio, ma furono bloccati più volte. Nel 1998, fu indetto un concorso internazionale, vinto dal team dell’architetto fiorentino Marco Dezzi Bardeschi. Nella facciata di ingresso, un portale in vetro ricostruisce il pronaos colonnato del tempio; da qui, superando la cella, in cui si vedono i tagli effettuati nelle colonne per la costruzione della chiesa, si giunge nella parte absidale di epoca barocca; nel soffitto l’illuminazione ricostruisce le costellazioni presenti nel cielo di Pozzuoli quando San Paolo apostolo vi approdò, nel 61 d.C. Il lavoro di restauro ha rispettato i segni del tempo, mantenendo visibili e ben identificabili i passaggi dall’epoca romana a quella rinascimentale-barocca, restituendo alla Città una Cattedrale diversa da quella che era, ma di grande impatto.